Un cambiamento senza precedenti per le buste paga di marzo, dalla nuova Irpef alle detrazioni: ok il pagamento della prima tranche dell’Assegno Unico
Il mese di marzo appena trascorso ha rappresentato il primo step di una rivoluzione senza precedenti per quello che riguarda la busta paga.
La Riforma dell’Irpef, con l’introduzione dell’Assegno Unico ha portato dei cambiamenti diretti per 22 milioni di lavoratori nella retribuzione del mese di marzo, mese che è stato caratterizzato dalla prima tranche di pagamento per quel che riguarda proprio l’Assegno Unico.
Ma facciamo ordine e ripercorriamo i passaggi di questo cambiamento, cercando di capire anche chi trae effettivamente vantaggio da una situazione del tutto nuova:
- il passaggio delle aliquote Irpef da 5 a 4 porterà ad una tassazione minore per i lavoratori dipendenti; nello specifico le aliquote saranno del 23% sui redditi fino a 15.000 euro, del 25% sullo scaglione tra 15.000 e 28.000 euro, del 35% tra 28.000 e 50.000 e del 43% sui redditi superiori;
- per le detrazioni da lavoro dipendente viene allargata la forbice della prima soglia di reddito c cui applicare la detrazione, soglia che passa da 8.000 a 15.000 euro. Per la seconda soglia di reddito, che passa da 15.000 a 28.000 euro, la misura della componente fissa della detrazione passa da 978 a 1.910 euro e viene modificata la modalità di calcolo della componente variabile, che è pari a 1.190 euro per un reddito di 15.000 euro e che decresce, all’aumentare del reddito, fino ad annullarsi raggiunti i 28.000 euro;
A trarre vantaggio da questa situazione – come riportato dalla sezione economica del Corriere della Sera – saranno varie fasce di reddito in diversa maniera:
- all’incirca 158 euro in più per i redditi fiscali da 10.000 euro;
- 422 euro in più chi guadagna 15.000 all’anno;
- fino a 1.143 euro di guadagno per i redditi fiscali da 40.000 euro;
- poco meno di 1.000 euro in più per i redditi da 50.000 euro.
In buona sostanza saranno circa 28 milioni gli italiani che trarranno vantaggio dalla riforma, con 14 milioni che invece non subiranno differenze sostanziali. Meno di 400.000 invece gli “svantaggiati”.
Non viene considerato sopra l’effetto dell’Assegno Unico: come spiegato in questo articolo, infatti, questo benefit non transita in busta paga come gli assegni familiari per nuclei con figli, ma viene versato direttamente sul conto del richiedente. Un “malus” per la busta paga che si recupera attraverso un’altra fonte.
A tal proposito ricordiamo, per chi non ancora ha provveduto alla richiesta, che:
- entro e non oltre il 30 giugno 2022 sarà possibile ottenere il riconoscimento di tutti gli arretrati calcolati a partire dal mese di marzo 2022, il mese di debutto dell’Assegno Unico;
- le domande successive a questa data terranno conto dell’Assegno Unico a partire dal mese successivo alla richiesta, senza considerare gli arretrati a partire da marzo che, di fatto, verranno persi.
Altra modifica significativa è data dal cosiddetto “Bonus Renzi”: i 100 euro in più in busta paga del Bonus Irpef ora spettano solo ai dipendenti con reddito fino a 15.000 euro. Per i redditi tra i 15 e i 28.000 euro spetta solo a condizione che la somma di tutte le detrazioni spettanti sia superiore all’imposta lorda.
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