L’esonero dei contributi non è compatibile con i licenziamenti, divieto esteso a tutto il mese di marzo
L’esonero contributivo è legato al rispetto ineludibile dei divieti di licenziamento fino a tutto il 31 marzo 2021. Il rispetto della condizione va garantito sull’intera matricola aziendale; in caso di violazione scatta in automatico la revoca dell’esonero con efficacia retroattiva.
Questo è quanto afferma l’INPS, come riportato anche nelle pagine de Il Sole 24 Ore, nella circolare 30/2021. Le istruzioni per l’utilizzo del credito verranno precisate in futuro dall’INPS stesso che, per ora, si limita a sottolineare come lo sgravio premi i datori di lavoro che rinunciano alla richiesta di CIG o assegno ordinario.
Tra le condizioni indispensabili per accedere allo sgravio, si precisa, figurano l’utilizzo dell’ammortizzatore sociale nei mesi di maggio e giugno 2020 e la corrispondente rinuncia alle settimane di cassa introdotte dalla legge 178/2020.
L’ammontare dell’esonero va scalato dai contributi fino al 31 marzo per un massimo di otto settimane in totale, lasciando aperta la possibilità per il datore di lavoro di fruire dell’esonero per un periodo minore.
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