Nuovi vincoli per il periodo di prova di lavoratori soggetti a contratto a tempo determinato
Cosa cambia per i periodi di prova a partire dal 31 marzo con il Decreto Legislativo?
Vediamolo insieme…
Diciamo innanzitutto che il provvedimento prende i considerazione principalmente i rapporti di lavoro a tempo determinato, con il periodo di prova che dovrà essere stabilito in misura proporzionale alla durata del contratto e alle mansioni da svolgere in relazione alla natura dell’impiego.
Un provvedimento sacrosanto ma che presenta alcune criticità su cui porre l’accento.
In primo luogo, in attesa che la contrattazione disciplini in maniera definita questo tema, deve essere premura del datore di lavoro l’andare a proporzionare la durata del periodo di prova alla durata del contratto a tempo determinato, cercando ragionevolmente di non superare la metà della complessiva durata del rapporto di lavoro.
Il fatto che non sia poi la sola tempistica a vincolare il periodo di prova, ma come detto anche le mansioni da svolgere e la natura dell’impiego, rende il tutto piuttosto soggettivo in relazione a quella che può essere l’interpretazione del datore di lavoro in tal senso.
Un bel rischio se si pensa che, qualora il periodo di prova dovesse essere giudicato illegittimo, il datore di lavoro si troverebbe costretto a corrispondere al lavoratore il compenso relativo al periodo di prova, facendo ovviamente riferimento all’inquadramento del contratto – in questo caso a tempo determinato – in oggetto.
Altre due peculiarità sono legate alla reiterazione del periodo di prova ed alla sospensione dello stesso:
- la reiterazione non è possibile nel caso in cui ci sia un rinnovo di contratto per mansioni già ricoperte in lavori precedenti dal lavoratore, anche qualora dovesse essere passato un cospicuo periodo di tempo fra le posizioni occupate;
- con l’entrata in vigore del Decreto Legislativo, sarà compito del legislatore stabilire gli eventi di interruzione da cui potrà conseguire un prolungamento del periodo di prova, eventi che verranno classificati sulla base di malattie, infortuni e congedi parentali.
Il provvedimento esclude la Pubblica Amministrazione, i cui periodi di prova e contratti a tempo determinato sono slegati da questa normativa e seguono una strada totalmente diversa.
Un’attenzione maggiore ai periodi di prova – alla luce di quanto spiegato – sarà dunque indispensabile per non incorrere in sanzioni o conseguenze spiacevoli, in attesa che il tutto venga ufficialmente messo nero su bianco.
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