Cambia la busta paga: assegno unico in arrivo

Marcello Zulli Orizzonte Lavoro Leave a Comment

A marzo 2022 arriverà l’assegno unico e scompariranno alcune voci in busta paga: tutto ciò che c’è da sapere sulla nuova misura

Pronto al debutto il nuovo assegno unico che farà la sua prima apparizione ufficiale a marzo 2022.
Una misura nuova e per certi aspetti rivoluzionaria che andrà a toccare anche direttamente le buste paga dei lavoratori.

In che modo?

Vediamolo insieme…

Andiamo per ordine: cos’è l’assegno unico?

Stiamo ovviamente parlando della nuova prestazione che verrà corrisposta mensilmente dall’INPS a tutti i nuclei familiari con figli di età inferiore a 21 anni.

Il ruolo dell’assegno unico sarà – fra le altre cose – in sostituzione di diversi benefit fiscali attualmente riconosciuti dai datori di lavoro nella busta paga mensile di lavoratori e collaboratori.

Tra i bonus che scompariranno – per i quali l’INPS ha chiesto ai datori di lavoro di informare per tempo i lavoratori – ci saranno:

  1. l’assegno ai nuclei familiari con almeno tre figli minori;
  2. assegni ai nuclei con figli e orfanili;
  3. detrazioni fiscali per figli fino ai 21 anni di età.

La “scomparsa” di queste voci dalla busta paga verrà dunque sostituita e colmata con l’assegno unico, assegno che, a differenza dei benefit in busta paga, prevede un accredito diretto sul conto corrente del richiedente.

Gennaio e febbraio 2022 saranno quindi gli ultimi mesi in cui i bonus sopracitati compariranno ancora.
Da marzo si lascerà spazio a questo cambiamento per il quale è possibile fare domanda da gennaio.

L’assegno unico infatti non è automatico, ma è necessario presentare domanda – a partire proprio da questo mese – sul portale INPS.

Per presentare la domanda è fondamentale l’ISEE, e la domanda può essere inoltrata fino a giugno 2022 non perdendo comunque la possibilità di accedere a posteriori agli assegni decorsi da marzo 2022.

La domanda – che deve essere presentata da uno dei due genitori esercenti la responsabilità genitoriale – va rinnovata con cadenza annuale, e va ripresentata anche da parte di coloro che percepivano l’assegno temporaneo; l’unica eccezione è rivolta ai percettori di Reddito di Cittadinanza, che riceveranno l’Assegno unico in automatico.

Una precisazione in merito alla spettabilità dell’assegno unico.

Potranno di fatto accedere all’assegno unico:

  • nuclei familiari con figli minorenni a carico e, per i nuovi nati, a decorrere dal settimo mese di gravidanza;
  • nuclei familiari con figli fino a 21 anni di età a patto che sussista una o più condizioni fra queste: il figlio o la figlia frequenta un corso di formazione scolastica o professionale, ovvero un corso di laurea; il figlio o la figlia svolge un tirocinio ovvero un’attività lavorativa e possiede un reddito complessivo inferiore a 8.000 euro annui; il figlio o la figlia è registrato come disoccupato e in cerca di un lavoro presso i servizi pubblici per l’impiego; il figlio o la figlia svolge un servizio civile universale;
  • nuclei familiari con figlio disabile a carico, senza limiti di età.

Il figlio o la figlia deve dunque essere necessariamente a carico del genitore che presenta domanda; per considerarsi a carico, il figlio o la figlia, pur eventualmente non convivendo con il genitore, deve avere un reddito annuo non superiore ai 4.000 euro.

Questo per quello che riguarda i figli fino a 24 anni di età; per i figli con età superiore il limite reddituale per considerarsi a carico del genitore si abbassa a 2.840,51 euro.

Per presentare la domanda che – lo ricordiamo ulteriormente – deve essere accompagnata dall’ISEE (in caso contrario verrà automaticamente erogato l’importo minimo), è possibile accedere online con procedura semplificata sul sito INPS con SPID, CIE o CNS o tramite patronato.

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