Assunzione lavoratori aziende in crisi: bonus al via

Marcello Zulli Orizzonte Lavoro Leave a Comment

Agevolazioni per assumere personale proveniente da aziende in crisi nel corso del 2022, vediamo di cosa si tratta…

Prende ufficialmente il via il bonus per assumere lavoratori provenienti da aziende in crisi: parliamo nella sostanza di un esonero contributivo a cui hanno diritto i datori di lavoro che assumono risorse a tempo indeterminato, a patto che provengano da aziende in difficoltà certificata.

La decontribuzione, che in questo caso specifico è totale, fa riferimento ad un massimo di tre anni e prende in considerazione gli ex lavoratori di aziende che hanno aperto la procedura per le imprese in difficoltà presso il MISE. Ad essere presi in considerazione sono anche i passaggi da lavoro a tempo determinato a tempo indeterminato per una misura che, di fatto, rappresenta un ampliamento dell’ex bonus lavoro giovani, con un’estensione che non prevede più limiti di età in questi casi specifici.

Con il Decreto Energia del marzo scorso, c’è stata un’ulteriore modifica dell’ambito di applicazione di questa misura: nello specifico, il l’articolo 12 del provvedimento, pone in essere un allargamento della tipologia di rapporti agevolabili concedendo l’esonero a fronte dell’assunzione a tempo indeterminato o trasformazione da parte di imprese in crisi di:

  1. lavoratori licenziati per riduzione di personale nei 6 mesi precedenti;
  2. lavoratori impiegati in rami d’azienda oggetto di trasferimento.

Quali sono le aziende che possono accedere a questo bonus?

L’agevolazione spetta a tutti i datori di lavoro privati, compresi quelli del settore agricolo, che assumono – per l’appunto – lavoratori provenienti da aziende in crisi, ad esclusione dekke Pubbliche Amministrazioni e delle imprese del settore finanziario.

Quali sono i requisiti per accedere al bonus?

Per ottenere la decontribuzione è necessario che le aziende che assumono presentino i seguenti requisiti:

  1. regolarità degli obblighi di contribuzione previdenziale, ai sensi della normativa in materia di documento unico di regolarità contributiva (DURC);
  2. assenza di violazioni delle norme fondamentali a tutela delle condizioni di lavoro e rispetto degli altri obblighi di legge;
  3. rispetto degli accordi e contratti collettivi nazionali, nonché di quelli regionali, territoriali o aziendali, sottoscritti dalle Organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano nazionale.

Non rientrano, infine, fra le tipologie di contratto incentivate:

  • la prestazione occasionale;
  • l’assunzione con contratto di lavoro intermittente o a chiamata;
  • rapporti di lavoro a tempo indeterminato di personale con qualifica dirigenziale.
  • i rapporti di apprendistato di qualsiasi tipologia
  • i contratti di lavoro domestico.

 

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