L’8 marzo tra occupazione femminile e Gender Gap

Marcello Zulli Orizzonte Lavoro Leave a Comment

La Giornata Internazionale dei Diritti della Donna vista dal punto di vista lavorativo: una crescita lenta, ma i dati sono incoraggianti

Come ogni anno, anche il 2023 si appresta ad accogliere la Giornata Internazionale dei Diritti della Donna, più comunemente conosciuta come Festa della Donna che, vede nell’8 marzo non solo un’occasione per omaggiare e dar valore alle donne che, nella nostra vita, occupano un posto importante, ma anche come una giornata in cui è opportuno fare delle riflessioni, specie per chi, come noi, ogni giorno è a contatto con aziende, lavoratori e lavoratrici, toccando con mano non solo i dati, ma anche le diverse situazioni che caratterizzano l’occupazione, i diritti e il percorso di tante donne che si trovano a effettuare carriere più o meno importanti all’interno delle differenti realtà lavorative, ad ogni livello.

Partiamo dai dati sull’occupazione

Come riportato da Il Sole 24 Ore, a gennaio 2023, rispetto al mese precedente, sono aumentati gli occupati e disoccupati, mentre sono diminuiti gli inattivi. L’Istat ha diffuso i dati di gennaio indicando come stia proseguendo l’aumento del numero di occupati, che ha superato i 23,3 milioni. Rispetto a dicembre 2022, il tasso di occupazione è salito al 60,8% (+0,1 punti). Gli oltre 23,3 milioni di occupati registrati a gennaio e il tasso di occupazione al 60,8% rappresentano il livello più alto dall’inizio delle relative serie storiche mensili dell’Istat (gennaio 2004).

In leggera crescita l’occupazione femminile, in calo quella giovanile

L’occupazione, come riportato dall’Istat, cresce dello 0,2%, 35.000 unità in più, per donne, dipendenti permanenti e per chi ha più di 35 anni; in calo invece i dipendenti con contratti a termine, gli autonomi e i giovani. Il numero di persone in cerca di lavoro cresce su base mensile (+1,7%,33.000 unità in più) tra le donne e i minori di 50 anni.

Le 35.000 donne lavoratrici in più per quello che riguarda gennaio 2023 rappresentano un dato incoraggiante, ma non del tutto: la situazione delle donne nel mondo del lavoro oggi rimane infatti particolarmente problematica. Il tasso di disoccupazione femminile è al 9,1%, contro il 6,8 degli uomini; gap che aumenta ulteriormente nella fascia più giovane fra i 15 e i 24 anni.
L’Italia è a questo proposito maglia nera in termini di Neetil 25% delle ragazze italiane tra i 15 e 29 anni, infatti, non studia e non lavora.
Un altro dato indicativo è portato dalle giovani che scelgono corsi di laurea e carriere tradizionalmente maschili, come l’ambito Stem (Science, Technology, Engineering e Mathematics), che sono molto meno rispetto ai ragazzi (nel 2020/2021 erano solo il 20%), con i livelli di alfabetizzazione finanziaria delle giovani donne che restano molto più bassi di quelli dei coetanei.

Divario occupazionale vs divario economico

Il divario non si basa tuttavia solo sulla quantità – in termini occupazionali – ma anche sulla qualità: le lavoratrici sono infatti spesso destinate a settori utili ma con basse retribuzioni e poco strategici. Come riportato da Inapp, le donne guadagnano in media meno degli uomini e la loro debolezza economica negli ultimi tempi si è aggravata con l’uso del part time: in sostanza la metà delle donne è sottoposta a regimi di contratto part-time, mentre negli uomini solo 1/4 ha lo stesso trattamento. Il part time equivale quasi sempre a una subordinazione economica e a una mancata indipendenza, situazione che si aggrava ulteriormente con il tempo determinato.

L’Italia si attesta attualmente alla 63^ posizione nella classifica della parità di genere, lontana anni luce dal Nord Europa e dalla Germania.

Al tempo stesso il nostro Paese si sta azionando con l’obiettivo di ridurre il gender pay gap, ma a separare retribuzioni maschili e femminili nel mondo del lavoro in Italia c’è ancora un 22% di media che rende la differenza decisamente sostanziale.

Le spinte del PNRR all’imprenditoria femminile, le agevolazioni nelle assunzioni, i premi alle aziende che fanno della parità di genere un proprio valore, le politiche attive in favore delle donne sul lavoro: queste azioni coordinate porteranno sicuramente a un miglioramento della situazione nei prossimi anni.
La strada è però ancora molto lunga e in salita, specie per il nostro Paese.
Con l’auspicio che si arrivi in futuro ad azzerare il gender gap, auguriamo a tutte le donne di passare un 8 marzo di gioia, ma anche di riflessione: il tema donne/lavoro è delicato e complicato, ma il motore del cambiamento possono essere le donne stesse, attraverso valori, competenze e qualità.

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