Prorogata la “Decontribuzione Sud”: di cosa si tratta?

Marcello Zulli Orizzonte Lavoro Leave a Comment

Il Ministero del Lavoro proroga la “Decontribuzione Sud”, vediamo insieme cos’è e a chi spetta

“​La Commissione europea ha approvato, con decisione del 6 dicembre 2022, la richiesta del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali di autorizzare l’estensione per ulteriori 12 mesi della durata dell’esonero contributivo per sostenere le imprese dell’Italia Meridionale nel contesto della guerra con l’Ucraina, nonché di aumentare il budget di 5,7 milioni di euro e i massimali per impresa fino a 2 milioni.

L’agevolazione autorizzata prevede per tutto il 2023, con riferimento ai rapporti di lavoro dipendente, un esonero contributivo del 30% in favore dei datori di lavoro privati con sede in una delle Regioni del Sud”.

Così recita la nota del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali del 7 dicembre 2022: una conferma importantissima che rappresenta una manna dal cielo per le imprese del meridione che, per il Covid prima, e per il conflitto in Ucraina ora, con annessa emergenza energetica, vivono un periodo di grande difficoltà.

Ma cos’è “Decontribuzione Sud”?

Parliamo nella sostanza di uno sgravio contributivo in favore delle aziende del Sud Italia finalizzato a sostenere l’occupazione, di un valore pari al 30% fino al 2025, al 20% fino al 2027 e al 10% fino al 2029.

Tutela e salvaguardia dei livelli occupazionali, del cittadino e delle aziende dunque, per una misura che va a toccare diverse regioni del centro sud; nello specifico:

  • Abruzzo;
  • Campania;
  • Molise;
  • Basilicata;
  • Calabria;
  • Puglia;
  • Sicilia;
  • Sardegna.

A chi spetta la decontribuzione?

In sostanza, la Decontribuzione Sud coinvolge tutti i rapporti di lavoro subordinato, in essere e futuri, eccetto lavoro agricolo e domestico, a patto che la sede di lavoro sia in una delle regioni sopracitate.

Come per gran parte delle agevolazioni di natura contributiva, è necessario che i datori di lavoro:

  • siano in regola con il versamento dei contributi previdenziali, ai sensi della normativa in materia di documento unico di regolarità contributiva (DURC);
  • abbiano rispettato in toto le norme fondamentali a tutela delle condizioni di lavoro e gli altri obblighi di legge;
  • abbiano rispettato tassativamente gli accordi e i contratti collettivi nazionali.

Sono infine esclusi dalla Decontribuzione Sud:

  1. gli enti pubblici economici e gli istituti autonomi case popolari trasformati in enti pubblici economici ai sensi della legislazione regionale;
  2. tutti gli enti trasformati in società di capitali, per effetto di procedimenti di privatizzazione;
  3. le ex istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza trasformate in associazioni o fondazioni di diritto privato;
  4. tutte le aziende speciali costituite anche in consorzio;
  5. i consorzi di bonifica e i consorzi industriali;
  6. gli enti morali e gli enti ecclesiastici.

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