Salario minimo, con la nuova direttiva dell’Unione Europea cosa cambierà?
Rimbalza da alcuni giorni la notizia legata alla nuova direttiva in via di pubblicazione, da parte dell’Unione Europea, sul salario minimo: una notizia nell’aria da tempo ed ormai prossima all’ufficialità.
Ma cosa cambierà realmente con questa direttiva? E ci sarà davvero un tetto minimo per gli stipendi?
Proviamo a vederlo insieme…
Nella bozza del documento si parla sostanzialmente di un minimo salariale legale stabilito in tutti i Paesi membri dell’Unione Europea; in verità, però, nella direttiva stessa non viene fissato uno stipendio minimo, ma piuttosto dei paletti, dei criteri che impongano delle retribuzioni sopra la soglia di sopravvivenza; questo in base ai poteri di spesa, ai costi della vita ed alle condizioni degli stati coinvolti nella direttiva.
Le alternative sono legate, di fatto, a due strade percorribili:
- la prima prevede che ci sia proprio un minimo salario stabilito per legge;
- la seconda fa invece riferimento ad un innalzamento all’80% della copertura della contrattazione collettiva.
L’obiettivo è quello di avere un impatto importante sul lavoro precario e sul disagio sociale che ancora imperversa in gran parte dell’Europa.
L’Italia è attualmente fra gli stati membri dell’UE che non possiedono una legge sul salario minimo: questo sta a significare che il nostro Paese procederà, con tutta probabilità, con la strada della contrattazione collettiva.
Nella sostanza la direttiva prevede che, negli Stati in cui il tasso di copertura della contrattazione collettiva sia inferiore a una soglia dell’80%, saranno gli stessi Paesi membri dell’Unione a dover adeguare questa soglia attraverso un aumento ed un piano che vada a definire una tempistica chiara e misure concrete a livello nazionale, con l’obiettivo di aumentare col passare del tempo il tasso di copertura della contrattazione collettiva e, in corrispondenza di quest’azione, andare ad estendere di conseguenza i minimi salariali.
L’applicazione della direttiva prevederà, inoltre, un’altra serie di vincoli agli Stati, vincoli legati a controlli stringenti da parte dell’Ispettorato del Lavoro, perseguibilità penale ai datori di lavoro che non rispetteranno le normative, facile accessibilità alle informazioni sulla protezione del Salario minimo agli interessati.
Tutela dei lavoratori al centro, dunque, dei piani del Parlamento e della Commissione Europea.
Torneremo a parlare di questo argomento sul blog Legacy non appena arriveranno maggiori dettagli in merito alla direttiva.
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