La proposta di Confindustria ha fatto molto discutere: l’ipotesi del green pass obbligatorio per poter lavorare è però un argomento tutt’altro che banale. Vediamo perché…
Il tema legato al green pass ed all’obbligo vaccinale è ormai da diversi giorni al centro dell’agenda setting in Italia ed in Europa: la certificazione verde ed i vincoli che andranno ufficialmente in vigore a partire dal 5 agosto hanno alzato un polverone che ha letteralmente spaccato il nostro Paese.
Polemiche ancor più forti ci sono state invece per l’ipotesi avanzata da Confindustria dell’obbligo vaccinale anche per recarsi sul posto di lavoro; misura attualmente non prevista in maniera ufficiale dal decreto governativo…
Ma andiamo per ordine: quali sono i divieti ed i vincoli che entreranno in vigore fra meno di 2 settimane?
In buona sostanza senza green pass con una dose di vaccino, tampone negativo entro le 48 ore precedenti o certificazione di fine malattia nei 6 mesi precedenti saranno proibite le seguenti attività:
- accesso a bar e ristoranti con consumazione all’interno;
- accesso a spettacoli all’aperto, eventi o competizioni sportive;
- accesso a palestre e piscine;
- accesso a fiere e congressi;
- partecipazione a concorsi;
- ingresso a cinema e teatri;
- ingresso a centri termali e parchi divertimento;
- ingresso a sale gioco.
Una vera doccia gelata per gli scettici del vaccino: il premier Mario Draghi ha di fatto scelto di seguire la strada tracciata la scorsa settimana dalla Francia di Macron, sottolineando come quella del vaccino sia di fatto l’unica via perseguibile per evitare nuove chiusure che avrebbero degli effetti catastrofici sull’economia italiana.
E proprio l’economia rappresenta l’asset da proteggere insieme alla salute pubblica: come spiegato dall’economista e direttore dell’Osservatorio sui conti pubblici italiani Carlo Cottarelli, infatti, senza il green pass e senza un aumento delle persone vaccinate corriamo il rischio che la crescita del Pil sia sensibilmente più bassa di quel 5% che potremmo altrimenti raggiungere.
In sostanza se l’Italia vuole crescere sopra il 5% e riprendersi dalla disastrosa caduta dello scorso anno bisogna assolutamente che si evitino chiusure ed escalation di contagi da Covid-19.
Ed il mondo del lavoro? Quali sono le posizioni in relazione all’obbligo vaccinale?
Confindustria ha avanzato l’ipotesi del green pass obbligatorio per lavorare, ma le opinioni al riguardo sono state decisamente contrastanti ed arricchite da un imponente strascico di polemiche.
A dimostrarsi totalmente favorevole è stato Walter Ricciardi, direttore scientifico di Ics Maugeri e consigliere scientifico del ministro della salute Roberto Speranza.
Ricciardi si è complimentato con Confindustria per la proposta avanzata ed ha aggiunto che “Questa strada è assolutamente giusta, supportata dall’attuale legge sul lavoro che obbliga i datori a proteggere i propri lavoratori. Non solo è giustificata dalla pandemia, ma anche dalla legge”.
A fare da contraltare a Confindustria e Ricciardi ci sono le opinioni diametralmente opposte di vari esponenti politici fra cui Roberto Fico e Matteo Salvini, oltre che dei sindacati, in forte contrapposizione con l’ipotesi di obbligo vaccinale per lavorare.
Negli Usa in determinati contesti lavorativi l’ipotesi paventata da Confindustria è già legge, e non è detto che ciò non accada anche in Italia.
Come ribadito dal giurista Pietro Ichino, infatti, l’articolo 2087 del codice civile comporta l’obbligo per gli imprenditori di tutelare l’integrità fisica dei lavoratori; chi va a lavoro senza essere vaccinato, e quindi con una maggiore probabilità di contagiarsi e di contagiare, mette a serio rischio l’incolumità dei colleghi.
Lavoro chiama… sicurezza risponde: già, perché il tema della sicurezza sul lavoro non può non essere menzionato in questo frangente, soprattutto a seguito della relazione del presidente INAIL Bettoni che, oltre a riportare i dati sconfortanti delle morti bianche in Italia ed a ribadire l’importanza della formazione sulla sicurezza e tutte le iniziative ad essa legate, ha fatto presente come controlli ed eventuali legislazioni in tema Covid-vaccini siano assolutamente necessarie.
Quale direzione si prenderà?
Presto (ma neanche troppo) per dirlo.
L’Italia deve però muoversi in fretta, e la soluzione è ben chiara e soprattutto alla portata di ogni singolo cittadino.