Corona Virus in azienda: come comportarsi?

Marcello Zulli Orizzonte Lavoro Leave a Comment

Come non farsi cogliere impreparati in caso di emergenza in azienda

Nelle pagine de Il Sole 24 Ore un ampio approfondimento sulle dinamiche aziendali da gestire in via interna ed in via esterna in casi come quello del Corona Virus che stiamo vivendo proprio in questi turbolenti giorni.

Il primo tema trattato è ovviamente quello della protezione legato alla sicurezza, una tematica spesso sottovalutata ma mai così fondamentale: in casi come questo vanno analizzate in maniera approfondita le misure relative a salute e sicurezza, verificando che siano perfettamente adeguate alla nuova situazione. Una eventuale revisione con conseguente intensificazione delle attività di pulizia deve avvenire previo consulto del medico aziendale per poi essere ripetuta nel tempo, viste le condizioni di continua evoluzione. Massima attenzione va posta nei rapporti con clienti e fornitori e nelle trasferte per i dipendenti: in queste situazioni bisogna prendere tutte le dovute precauzioni, limitando per quanto possibile sia i rapporti diretti con i fornitori, specie se in arrivo dalla “zona rossa”, sia le trasferte per dipendenti e manager aziendali.

Molti dubbi emergono quando si parla di quarantena: la permanenza domiciliare con sorveglianza attiva è prevista per i lavoratori che rientrano in Italia dopo aver soggiornato in Cina e/o per chi ha avuto contatti “stretti” con persone risultate infette.

Le assenze vanno invece trattate a seconda del caso: se il dipendente non si reca a lavoro perché l’ordinanza gli vieta di lasciare il comune di domicilio l’assenza è giustificata e permane il diritto alla retribuzione. Si è comunque in attesa di un provvedimento che preveda la cassa integrazione per casi di questo tipo. In caso di quarantena obbligatoria l’assenza va gestita invece come malattia, e trattata come da contratto. Non è invece giustificata l’assenza per decisione arbitraria del lavoratore che teme di esser contagiato.

In caso di attività sospesa, le aziende che operano nell’area di contagio possono ricorrere alla cassa integrazione ordinaria. Per i comparti esclusi operano i fondi di integrità o i fondi di integrazione salariale. Per le attività escluse da entrambe le misure, Confcommercio si è attivata per la richiesta di estensione dell’area di operatività dei fondi.

Lo smart working rappresenta invece una valida soluzione per i lavoratori che non necessitano della presenza in azienda, che hanno dunque la possibilità di svolgere le mansioni, nei limiti del possibile, lontani dal proprio ufficio. Nelle aree di contagio questa modalità può essere avviata anche in via “automatica”, senza cioè il formale accordo tra impresa e lavoratore.

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