La crescita costante del welfare nei contratti di lavoro come indice del cambiamento all’interno di tutte le realtà
Orari flessibili, congedi irrobustiti, convenzioni con strutture sanitarie, buoni scuola e tanto altro ancora: il nuovo welfare “galoppa” costantemente con lo sguardo rivolto ad una crescita continua all’interno di realtà aziendali di ogni tipo.
La diffusione del welfare aziendale, seppur lenta, è simbolo di cambiamento: un cambiamento che ha iniziato a coinvolgere, specie nell’ultimo anno, anche le pmi andando a sostutuire o in molti casi ad affiancare gli storici premi di risultato.
Alla base di questo passo in avanti c’è la reintroduzione della normativa di favore sulla contrattazione decentrata per agevolare lo scambio virtuoso salario-produttività; una decisione datata 2016 e presa dall’allora governo Renzi.
Tutt’ora è infatti prevista una cedolare secca del 10% sui premi fino a 3.000 euro inerenti redditi di massimo 80.000 euro. Diverso è il discorso in caso di “trasformazione” del danaro in misure di welfare aziendale: in quel caso l’esenzione fiscale è totale.
Il risultato di questo trend è piuttosto chiaro ed indicativo: ad ottobre 2019 c’è stata la conferma di un appeal in forte crescita fra datori di lavoro e sindacati per quanto concerne la contrattazione di secondo livello (premi e welfare aziendale) con il superamento dei 50.000 contratti depositati, quasi 2.000 in più rispetto a luglio dello stesso anno.
Più della metà, il 52% dei contratti attivi, riguarda aziende con meno di 50 dipendenti; il 15% coinvolge invece aziende con un numero compreso fra i 50 e i 100 dipendenti; il 33% riguarda invece le imprese con oltre 100 addetti ai lavori.
Da questi dati emerge come a beneficiare dei premi di produttività siano oltre 2,6 milioni di lavoratori con un valore medio di 1.375 euro, mentre i fruitori di servizi inerenti il welfare aziendale siano quasi 2,4 milioni con un valore medio di 1.434 euro.
Eloquente è però ancora una volta la “fotografia geografica” sulla contrattazione di secondo livello: il 78% delle imprese coinvolte dai dati espressi in precedenza risiede nel nord Italia, il 16% al centro ed il 6% al sud, con un fortissimo squilibrio ancora presente anche a causa di una burocrazia che certamente non aiuta in tale ambito.
La nostra azienda non si spaventa tuttavia di numeri negativi o di cambiamenti difficili da percepire nel nostro territorio, al contrario utilizza questi proprio come stimolo per la crescita: il Team Legacy offre infatti, grazie ad uno staff composto da consulenti abilitati senior e junior, un servizio di consulenza sull’attivazione e sulla regolamentazione di piani welfare aziendali.
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